Grazie, Capitan Marco!

Marco Biagianti

Marco Biagianti  

Un degno tributo all'ormai ex numero 27 rossazzurro Marco Biagianti, prossimo al passaggio al Livorno, che lascia Catania dopo sette anni vissuti tra alti e bassi.

"Non smettete di credere nei vostri sogni"
“Una vita da mediano a recuperar palloni, nato senza i piedi buoni lavorare sui polmoni. Una vita da mediano, da uno che si brucia presto. Perché quando hai dato troppo devi andare e fare posto...”. Dopo 7 anni, conditi da 154 presenze e 3 reti, il mediano fiorentino Marco Biagianti lascia la casacca rossazzurra numero 27, consegnando la fascia di Capitano all’argentino Marianito Izco, altro guerriero nato ‘senza i piedi buoni’ ma che lavora anch’egli sui polmoni. Una vita in rossazzurro da ‘manovale’, a prender calci, così come il mediano dipinto dalla penna di Ligabue (Lele Oriali, ndr), a recuperar palloni per i ‘mastri’dai piedi buoni: da Spinesi a Mascara, da Morimoto a Bergessio. Ha dato tanto Marco Biagianti, ai colori rossazzurri; così tanto da andare e fare posto a nuovi gladiatori di metà campo, più freschi e (forse) più affamati. Via da Catania, per il bene di entrambi, a inseguir nuove sfide e per cercar nuovi stimoli. Via da Catania, con un saluto da “Libro Cuore” che ricorda il calcio del passato, più romantico e meno freddo come quello di oggi. “Grazie per questo bellissimo viaggio lungo 7 anni! In bocca al lupo di vero cuore. ‘Non smettete di credere nei vostri sogni’. Un abbraccio grande. Marco #27 . Un bigliettino nello spogliatoio di Torre del Grifo, fotografato, twittato e consegnato alla città di Catania. Un saluto che giunge dopo sette salvezze consecutive, alle quali Marco ha contribuito in modo indelebile. Grazie a te, Marco.

Dalla Pro Vasto allo ‘spareggio’ del Dall’Ara
Il suo arrivo in Sicilia passò quasi in silenzio. Gennaio 2007, Catania quarto in classifica, grondante d’entusiasmo e privo di rinforzi importanti. Si diede poca, pochissima, importanza all’acquisto di un “giovanottino” di ventidue anni proveniente dalla Pro Vasto, formazione impegnata nel campionato di C2 (oggi Seconda Divisione). Tutto in silenzio fino al rumore assordante del 2 febbraio che spezza l’incantesimo. Ma di Biagianti in campo neanche l’ombra, fino al 7 aprile. Sul campo neutro di Lecce (a porte chiuse) al minuto 92’ ecco il debutto in serie A in sostituzione di Lucenti. Debutto ufficiale ma solo per gli almanacchi. Nel destino rossazzurro di Marco c’è qualcosa di più significativo. Il 27 maggio 2007, al “Dall’Ara” di Bologna, causa infortuni e squalifiche in quantità industriale, mister Pasquale Marino è quasi ‘costretto’ a lanciare in campo dal primo minuto l’arrembante mediano toscano. Cinquantasei minuti in campo carichi di adrenalina per l’acerbo Biagianti nello ‘spareggio’ salvezza contro il Chievo. Un battesimo di fuoco, prima di lasciare il posto a Fausto Rossini, autore della rete del vantaggio soltanto nove minuti più tardi…

La crescita con Zenga, l’esplosione con Mihajlovic
Conquistata la salvezza, nella stagione seguente (2007/08) con Baldini prima e Zenga poi in panchina, Biagianti inanella 18 presenze, alcune delle quali da titolare e con tanta generosità. Ma la sfortuna è dietro l’angolo. Il 13 gennaio 2008, al “Massimino”, i rossazzurri sono in vantaggio sulla Juventus di Ranieri per 1-0 (rete di Spinesi). La vittoria sembra ad un passo. Al minuto 90, però, ecco quello che non ti aspetti: Del Piero entra in aera rossazzurra, Biagianti lo contrasta con il numero dieci bianconero che sembra cercar più il contatto col mediano rossazzurro che lo spazio per divincolarsi. Per l’arbitro Rocchi di Firenze è rigore. Dal dischetto ‘Pinturicchio’ spiazza Polito spezzando il sogno degli etnei. Biagianti, dal migliore in campo a sfortunato protagonista di un beffardo pareggio. Il cammino in campionato, dopo un avvio promettente, diviene sempre più complicato: via Silvio Baldini, dentro Walter Zenga. Sotto la guida dell’ex numero 1 nerazzurro Biagianti acquista sicurezza meritandosi un posto da titolare. Il 18 maggio 2008 al “Massimino” contro la Roma, nello spareggio a distanza ‘salvezza-scudetto’, Marco gioca per tutti i 90 minuti (recupero compreso). Ed è salvezza, la seconda. L’anno dopo, meno patemi d’animo rispetto alla stagione precedente, il numero 27 rossazzurro prosegue nella sua crescita tecnico-tattica: 34 presenze a buon livello. La chicca è la presenza, ancora da titolare, nello 0-4 del “Barbera” contro il Palermo. A fine stagione ecco ancora una salvezza, la terza. Le prestazioni del mediano rossazzurro non passano inosservate, così nel giugno 2009 l’allora c.t. della Nazionale azzurra Marcello Lippi regala una meritata convocazione per l’amichevole contro l’Irlanda del Nord. In azzurro arrivano Biagianti in compagnia del compagno di squadra Beppe Mascara. È l’apice della carriera.

Il passaggio sfumato al Palermo
Stagione 2009/10 : via Zenga ecco Atzori. Altra partenza difficile. A dicembre, però, ecco la svolta con l’arrivo di Sinisa Mihajlovic in panchina e di Maxi Lopez in attacco: quello che mancava. Il Catania rialza la testa e al termine della stagione Biagianti raccoglie 36 gettoni in campo con ben 3 reti, divenendo un autentico uomo mercato. Le lacrime e il saluto al “Massimino”, nella conclusiva gara contro il Genoa, fugano ogni dubbio: Biagianti lascerà Catania. D'altronde, le pretendenti non mancano. Alla porta rossazzurra bussano diverse società, tra le quali il Palermo di Zamparini. Per settimane il passaggio di Biagianti in rosanero sembra giorno dopo giorno sempre più probabile. Alla fine, però, per stessa volontà del giocatore, la trattativa salta improvvisamente, con Marco che decide di rimanere in rossazzurro.

La parabola discendente
Paradossalmente, è l’inizio della sua parabola discendente. Nel successivo biennio, 2010/12, Biagianti è tormentato da troppi problemi fisici che ne limitano le prestazioni, dimezzando le presenze in campo. Tra le gemme di questo periodo nero, le due salvezze conquistate con Simeone e Montella, e la fascia da Capitano ereditata da Silvestre. Nella passata stagione, nonostante le solite noie fisiche, arrivano 28 presenze e la settima salvezza di fila. Il resto, è storia recente: gli ultimi minuti da rossazzurro contro la ‘sua’ Fiorentina nel ‘suo’ stadio che lo ha visto crescere, il commovente commiato nello spogliatoio di Torre del Grifo e il ritorno nella ‘sua’ Toscana, con la maglia del Livorno. E proprio al “Picchi”, il prossimo 15 settembre, il destino di Biagianti e del Catania s'incrocerà nuovamente, ma da avversari. In campo, ma mai nel cuore.