11700 modi per dirti "ti amo"

La sola cosa che conti...

La sola cosa che conti... 

Max Licari su decisivi aspetti di comunicazione relativi al Catania e sulla trattativa con la Cordata

Carusanza, in queste ultime settimane si sono succedute, a ritmo vertiginoso, voci di ogni tipo riguardanti la delicatissima situazione del Catania, quasi un voler a tutti costi spaccare il capello, dimostrare di "esserci", di essere protagonisti in qualche modo e a qualche titolo di un momento storico cruciale per lo stesso Calcio Catania, frangente che va inevitabilmente a intersecarsi con un fatto storico epocale come la pandemia che, purtroppo, sta prostrando il mondo.

Lo si è fatto e lo si fa talora in maniera parossistica, non comprendendo, anche in buona fede, come si stesse e si stia pericolosamente ponendo tra parentesi l'unico vero protagonista delle vicende rossazzurre. Un errore di prospettiva micidiale. Ci si dimentica, infatti, che il fulcro, il cardine su cui si regge l'impalcatura, il solo protagonista cui rivolgere ogni nostra attenzione non è "chi parla" del Catania, non è il giornalista, l'opinionista o il tifoso di turno e nemmeno, sebbene in misura assai diversa, gli stessi attori della vicenda, coloro che hanno un ruolo preciso, dalla proprietà ai dirigenti, ai tecnici, ai giocatori, agli eventuali soggetti interessati all'inevitabile acquisto della società. Il solo protagonista, unico, gigantesco nella propria incommensurabile valenza sportiva, sociale, storica è il Calcio Catania 1946, la matricola 11700. Punto. Il resto è contorno, buono, genuino, ben preparato oppure di cattivo sapore, scaduto, maldestramente cucinato.

Ciascun vero tifoso del Liotru troverebbe sicuramente 11700 modi per manifestare il proprio amore verso il Catania, ma adesso è necessario trovare 11700 "ragioni" per dire: calma, usiamo la testa, cerchiamo di rimanere lucidi, evitiamo la confusione, il deleterio presenzialismo "a ogni costo". Nessuno di noi è esente da errori in tal senso. Pure io penso di aver talora commesso lo sbaglio di voler forzatamente trovare un motivo per essere "in prima linea", anche in assenza di "succo". Di ciò chiedo scusa; ma. se è stato fatto, lo si è fatto solo per troppo amore. Adesso è giunto il momento di far retrocedere l'ego e porre avanti il "nos", giacché siamo giunti allo zenit, al punto cruciale. O si fa l'Italia o si muore. Per il bene stesso del Catania, sarebbe il caso di mantenere i nervi saldi, un minimo di calma ed equilibrio, da sempre la migliore ricetta per superare tempeste come quella che stiamo vivendo. Anziché adombrare complotti internazionali o arzigogolare elucubrazioni non supportate da fatti certi, ancoriamoci alla realtà e cerchiamo di vigilare su di essa, in modo da accompagnare con forza e consapevolezza un processo inevitabile, quel passaggio di proprietà che, lo spero con tutte le mie forze, consentirà la salvezza della matricola e il rilancio dell'Elefante rossazzurro.

Parto da una considerazione banale, ma promettente: gli "attori" di cui sopra, coloro che al momento giocano un ruolo decisivo all'interno di tale processo dal percorso segnato, essendosi Finaria affidata al concordato preventivo in bianco, costituiscono una certezza. Da un lato, Gianluca Astorina e Giuseppe Di Natale, con i quali ho avuto modo di dialogare serenamente, sono professionisti seri e preparati, che hanno ben chiaro quale sia l'iter da seguire e perseguire. Dall'altro, il solo soggetto di cui, per ora (ma l'auspicio è che possano materializzarsi altre proposta allettanti), abbiamo notizia, il solo soggetto che abbia manifestato con atti concreti serie intenzioni di rilevare la matricola, è capitanato da uomini veri, seri, competenti, innamorati dei nostri colori. Fabio Pagliara è uno dei più apprezzati dirigenti sportivi a livello nazionale e possiede le chiavi di accesso, in fatto di credibilità, a tutte le "stanze" istituzionali necessarie a rendere il Catania una società ascoltata e rispettata in Italia. Maurizio Pellegrino è uomo di sport vero, forgiato sul campo e in possesso di capacità teoriche e pratiche idonee a condurre con mano ferma un progetto sportivo ambizioso; in più, possiede l'eperienza sul campo della realtà catanese. Sa riconoscere e interpretare le dinamiche calcistiche, a volte bizzarre, estrinsecantisi nel nostro territorio. Queste sono, in ogni caso, garanzie. Come lo è, garanzia, la presenza di un trio di imprenditori economicamente "forti" che costituiscono il nerbo della Cordata.

Ciò, tuttavia, significa che tutto è fatto? Assolutamente no. La Cordata, compatta al suo interno (false le voci di eventuali "spaccature" fra soci di maggioranza e Comitato) sta riformulando la prima proposta, sicuramente ne riproporrà una seconda incentrata su cifre e modalità di pagamento magari diverse, la quale legittimamente verrà vagliata dai commissari del Tribunale, da Finaria, dal Catania e accettata o rifiutata, nell'ambito (auspichiamo) di un percorso competitivo con altre proposte (al momento, è bene specificarlo, ferme al livello di mera richiesta di informazioni). Non è stata inviata ancora una proposta definita con cifre puntuali, ma i legali delle due parti stanno lavorando per cercare di arrivare nel più breve tempo possibile a un'offerta comunque strutturata. Queste sono le uniche notizie certificate, provenienti da fonte diretta e inequivocabile che, essendo parte in causa, non avrebbe alcun interesse a mentire alla piazza in merito a un punto tanto essenziale, perdendo inevitabilmente credibilità. Stop. Non c'è altro, se non una considerazione basilare: il tempo stringe, bisogna fare in fretta.

Let's go, Liotru, let's go!