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Catania-Palermo: mi ritorni in ment ex

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30/11/-0001 12:00

Giacomo Tedesco, palermitano ed ex rosanero, con la maglia rossazzurra al "Barbera"

Quanti viaggi lungo la A19...
L’atteso Derby di Sicilia, in programma domenica 21 aprile allo stadio “Angelo Massimino”, è sempre più vicino. Ancora pochi giorni per uno dei momenti stagionali più attesi da ambedue le tifoserie. Tifoserie che nel corso degli anni hanno visto calciatori, allenatori e dirigenti percorrere l’A 19 in entrambi i sensi. Attualmente i ‘doppi ex’ sono soltanto tre, e tutti indossano la casacca rossazzurra: il portiere Mariano Andujar, il difensore Ciro Capuano e l’attaccante Edgar Çani.

Andujar, rosa acerbo
L’esperienza di Mariano Andujar in rosanero è stata abbastanza fugace. Prelevato dall’Huracan nell’estate del 2005 il portiere argentino, appena ventiduenne, inizia la stagione come terzo portiere dei rosa ‘sovrastato’ da Guardalben e da Santoni. Dopo un avvio difficile, tuttavia, nel corso della stagione, complice la cessione di entrambi i portieri e l’acquisto del giovane Agliardi, il portiere argentino trova lo spazio non avuto in precedenza collezionando in totale, tra campionato, coppa Italia e coppa Uefa, 21 presenze. Prestazioni non sempre positive che condurranno Andujar, a fine stagione, nuovamente in Argentina dove, con la maglia dell’Estudiantes, conquisterà la Copa Libertadores.

Capuano, uomo del 700 rosanero
Ciro Capuano giunge al Palermo, nell’estate del 2006, dopo un autentico derby di mercato proprio tra la società rosanero e quella rossazzurra. Ventuno presenze ed un gol in due stagioni e mezza vissute, spesso e volentieri, lontano dal campo di gioco a causa di problemi fisici ed alla ‘lotta’ interna con Marco Pisano, altro terzino sinistro dei rosanero. Un solo gol in rosanero, ma di grande importanza statistica, realizzato all’Ascoli nel dicembre 2006, la rete numero 700 del Palermo in serie A.

Edgar Çani, rosanero di passaggio
Dell’esperienza palermitana dell’attaccante albanese Edgar Çani c’è ben poco da dire: prelevato dal Pescara (in serie B) in rosanero ha collezionato appena una presenza nella stagione 2007/08. Esperienza lampo prima dei prestiti ad Ascoli, Padova, Piacenza e Modena seguiti alla cessione definitiva al Polonia Varsavia.

Ex amati, odiati e mancati
Storie di ex che si intrecciano per la gioia o, talvolta, per la rabbia delle due tifoserie. Spulciando nel passato non si possono dimenticare giocatori ed allenatori che hanno indossato i colori sia rossazzurri che rosanero. Giocatori e tecnici che, per uno strano sortilegio, il più delle volte, diventano ranocchi a Palermo e principi a Catania.

Dopo il burrascoso addio al Catania e il susseguente passaggio al Palermo (dopo una brevissima parentesi al Genoa) in molti attendevano il derby di domenica 21 aprile 2013 per ritrovare Pietro Lo Monaco . Il dirigente di Torre Annunziata, adesso proprietario dell’ACR Messina, però, non sarà presente all’appuntamento: i diverbi con Zamparini hanno portato ilo “Zio Petrus” ad abbandonare la ‘causa rosanero’ dopo aver condotto una campagna di rafforzamento invernale infruttuosa (a parte Sorrentino ed Aronica, infatti i giocatori acquistati dall’ex a.d. etneo vivacchiano tra panchina e tribuna). Fugace e poco soddisfacente l’esperienza rosanero (nonostante gli elogi alla gente palermitana, più ‘affettuosa’ rispetto a quella catanese secondo l’ex a.d.), lunga e piena di soddisfazioni quella in rossazzurro. Punti di vista…

Tra i calciatori appare impossibile non ricordare Giuseppe Mascara che, dopo un avvio positivo in maglia rosanero, vide sfumare, a causa di un brutto infortunio, la sua carriera nella Sicilia occidentale, per poi diventare emblema e simbolo rossazzurro nelle stagioni successive.

Fabio Caserta, invece, rappresenta l’esatto contrario: scoperto dall’Igea Virtus (in serie C2) il centrocampista calabrese disputò in rossazzurro, tra serie B ed A, le sue stagioni migliori prima di passare, tra le polemiche, al Palermo. In maglia rosanero poche gioie e molte panchine, con quel salto di qualità mai realizzato. Caserta, tra l’altro, può vantarsi di aver segnato in un derby sia con la maglia del Catania che con quella del Palermo. Reti ‘inutili’ visto che ha perso in entrambe le occasioni.

Stesso discorso per Matias Silvestre da capitano rossazzurro ad avversario: centodiciotto presenze e sette reti (molte delle quali decisive) con l’Elefante rappresentano un passato ‘pesante’ difficile da cancellare. Fischi assordanti hanno accompagnato il suo ritorno, da avversario, nel derby del 18 dicembre 2011 al “Massimino”. Fugace la sua esperienza palermitana: giunto in rosanero per compiere il ‘salto di qualità’ (alias giocare l’Europa), conquistò la salvezza soltanto alle ultime giornate del torneo.

Di Michele Paolucci in rosanero c’è ben poco da dire: sei mesi che nessuno ricorda, forse neanche lui. Decisamente più brillante la sua esperienza in rossazzurro, ovvero la miglior annata della sua carriera. La gemma è rappresentata dalla rete siglata al Palermo nello storico 0-4 rossazzurro al “Barbera” del primo marzo 2009. Tutt’altro che positiva la doppia esperienza siciliana di Davide Lanzafame Poche le occasioni per mettersi in mostra sia con la maglia del Palermo (stagione 2008/09) che con quella del Catania (2011/12).

Tra i doppi ex ad aver segnato in derby vi è anche Christian Terlizzi in rete, con la maglia etnea, nell’ultima sfida disputata a Palermo, conclusa proprio con la vittoria dei rosanero. Rete da ex con tanto di esultanza ‘silenziosa’.
Altro doppio ex il palermitano Giacomo Tedesco: giovane promessa nel Palermo dei ‘picciotti’ di Ignazio Arcoleo e colonna nel centrocampo del Catania tra il 2007 ed il 2009.

Scorrendo a ritroso nel tempo, anni 90, spazio all’attaccante Luca Lugnan e al difensore Alessandro Cicchetti: protagonisti della promozione del Catania in C1 nel 1999 ma anonimi gregari in rosanero. L’attaccante, tra l’altro, in rete sia con la maglia del Catania (2-0 nel 1998/1999, gara di Coppa Italia di serie C) sia con quella del Palermo (1-1 nel 1999/2000, gara di C1).

Altri due attaccanti da annoverare sono, senza ombra di dubbio: Luca Cecconi e Massimo Cicconi. Il Cecconi rossazzurro, stagione 1990/91, viene ricordato con buoni risultati (23 presenze e 9 reti); più duratura ma meno prolifica l’esperienza rosanero, conclusa con la retrocessione in C1 (1991/93, 64 presenze e 14 reti). Diametralmente opposta la doppia esperienza siciliana di Cicconi: fugace in rosanero (11 presenze e nessun gol tra il 1993/94), brillante ed indimenticabile quella in rossazzurro (70 presenze e 17 reti dal 2000 al gennaio 2003) con tanto di promozione in B e un gol segnato al “Barbera” nel pesantissimo 5-1 del 2000.

Andando ancor più indietro nel tempo ecco Claudio Ranieri. Il tecnico testaccino, prima di intraprendere la carriera di allenatore, concluse la propria attività agonistica indossando proprio le casacche delle due formazioni siciliane. Prima il rossazzurro, con tanto di promozione in A (1982/83), e poi il rosanero.

Altro passo indietro, anni 70, riecco il palermitano Tanino Troja: grande protagonista con la squadra della sua città (promozione in A nel 1972/73), deludente con quella rossazzurra (12 presenze ed una rete) nell’ultima annata da professionista. Tra gli indimenticabili ecco anche il centrocampista brianzolo Lorenzo Barlassina. Settantuno presenze e due reti in rosanero tra il 1973 e il 1975; 160 presenze e 16 reti (in due riprese) con la maglia rossazzurra nel 76/77 e dal 78/82. Esperienza catanese proseguita, ma senza fortuna, anche in panchina (1993/94).

Il giusto ‘legamento’ tra calciatori ed allenatori è rappresentato dal compianto Don Carmelo Di Bella. Nato a Catania, scomparso a Palermo Di Bella ha legato la propria vita, da calciatore prima e da allenatore poi, alle due squadre siciliane, con diversi addii e ritorni da una sponda all’altra dell’isola. Vittorie, promozioni, salvezze, retrocessioni, gioie e dolori in un mix tutto rossazzurro-rosanero.

Rossazzurro da calciatore, rosanero da allenatore. È il caso di Bortolo Mutti. Il tecnico bergamasco, prima di intraprendere la carriera da allenatore, ha indossato da calciatore la maglia rossazzurra nella stagione 76/77 (serie B): 33 presenze e 8 reti per la giovane punta bergamasca. Reti che però non riuscirono ad evitare l’amara retrocessione in serie C. Due le esperienze sulla panchina palermitana: nella serie B 2001/02 e nella seconda parte della scorsa stagione subentrato al posto di Mangia (quest’ultimo esonerato dopo la sconfitta di Catania del 18 dicembre 2011).

Discorso inverso per Gianluca Atzori: protagonista in rosanero nell’anno dell’ultima promozione in serie A della società di Viale del Fante (2003/04); allenatore rossazzurro nella stagione 2009/10 con un’eccessiva dose di sfortuna ed inesperienza.
Tra gli allenatori, invece, bisogna menzionare Silvio Baldini: protagonista di mezzo campionato (quella della promozione in A) col Palermo prima dell’improvviso ed irruento esonero. Stesso discorso in rossazzurro: avvio positivo prima di un lento declino concluso con l’esonero nella primavera del 2008.

Walter Zenga è, invece, l’esempio emblematico del ‘sortilegio’ che vede gli ex rossazzurri diventare ‘impotenti’ in rosanero. Dopo due salvezze consecutive col Catania, l’ex number one interista si presentò a Palermo con proclami scudetto. Parole al vento ed esonero all’indomani del pareggio casalingo, proprio contro il Catania, a metà novembre. Stesso discorso per Stefano Colantuono ‘grande’ a Catania, nella serie B del 2003/04; ennesima ‘cavia’, tra esoneri e ripensamenti, del Presidente rosanero Maurizio Zamparini.

Nedo Sonetti, invece, rappresenta l’eccezione. In rosanero, nella stagione 2002/03, sfiorò la promozione in serie A nel ‘drammatico’ match perso nettamente a Lecce. In rossazzurro, invece, portò alla salvezza la prima creatura di Pulvirenti. Tra i mancati ex, bisogna ricordare: Marco Biagianti , autentico tormentone dell’estate 2010; Cristian Llama nell’ultima sessione estiva del calciomercato vicinissimo ai rosanero prima dell’improvviso (ed imprevisto) passaggio alla Viola di Montella.


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